Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



02 luglio 2014

Un reportage di Tiziano Terzani

Tiziano Terzani nasce a Firenze nel 1938, si laurea in Giurisprudenza e consegue un master sulla lingua cinese che lo porta a trasferirsi temporaneamente a New York; si avvicina lentamente al mondo del giornalismo. Collabora con il settimanale tedesco ‘Der Spiegel’ come corrispondente in Asia per ben trent’anni. Nel 1973 pubblica Pelle di Leopardo che narra le vicende della guerra in Vietnam. Nel 1976 si trasferisce  a Saigon, dove i comunisti hanno assunto il potere, dando così vita al libro Giai Phong! La liberazione di Saigon. Si sposta da Hong Kong a Pechino, dove scriverà Holocaust in Kambodsch. Nel 1984 venne espulso dalla Cina per attività controrivoluzionarie;  un anno dopo depositerà la sua avventura cinese tra le pagine del libro La porta proibita. E’ in questi anni che inizia a collaborare con alcuni dei più grandi giornali italiani: il "Corriere della Sera",  "Repubblica", "L'Espresso". 
Mentre si trova in Siberia nel 1991 viene colto da uno dei più grandi avvenimenti della storia contemporanea: il crollo del comunismo, il golpe anti-Gorbacev che porta lo scrittore a raggiungere Mosca e a raccontarne il viaggio in quello che nel 1992 diventerà un libro sotto il titolo Buonanotte, Signor Lenin. Nel 1997 gli viene conferito il "Premio Luigi Barzini all'inviato speciale". 
Nel marzo 2004 pubblica Un altro giro di giostra - Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo, in cui parla di sé, della sua malattia e dei suoi viaggi per il mondo alla scoperta della medicina occidentale e delle altre medicine alternative; Terzani si ritira per trascorrere i suoi ultimi giorni ad Orsigna dove muore in quello stesso anno. Nel 2006 esce postumo La fine è il mio inizio, una raccolta delle confidenze che lo scrittore fa al figlio riguardanti la sua vita durante gli ultimi anni della sua malattia. 
Buonanotte Signor Lenin” (edito da Longanesi & C. nel 1992, nella collana Il Cammeo) è un reportage, una testimonianza diretta degli eventi accaduti nell’Unione Sovietica nel 1991. Terzani riferisce, in modo crudo ma veritiero, la realtà delle terre desolate e isolate dell’estremo asiatico. Si viaggia tramite la sua penna su quei treni, quei fatiscenti aerei della compagnia Aeroflot per osservare persone, luoghi, problemi, principi, e la famosa incapacità di reagire di popolazioni plasmate dall’ideologia comunista. Terzani incontra scrittori, intellettuali ma anche uomini comuni, dai quali si fa raccontare vita, aneddoti, usanze, pensieri, ma soprattutto storie, attraverso le quali ricostruisce gli orrori che hanno macchiato l’Urss con le sue epurazioni e i suoi crimini; ma racconta anche la storia della rinascita, dei problemi a essa legati e delle speranze riposte in un futuro tanto incerto.
Il viaggio di Tiziano Terzani inizia nell’agosto del 1991 quando gli viene proposto di partecipare ad una spedizione lungo l’Amur, il lungo fiume che dalla Siberia segna il confine tra l’Unione Sovietica e la Cina; il viaggio sarebbe dovuto durare due settimane ma così non fu. Insieme ad altri giornalisti sovietici e cinesi parte, a bordo della nave ‘Propagandist’, per il suo viaggio sull’Amur; quella che stavano per attraversare era una regione dominata dalle installazioni militari, dove era proibito addirittura scattare fotografie. Soprattutto se eri uno ’straniero’.
La spedizione parte da Gialinda, uno dei villaggi della regione; o meglio, un campo di lavoro, una prigione, dove Pechino mandava tutti gli oppositori del regime. Gli insediamenti umani risultavano totalmente assenti e l’umanità presente consisteva in guardie e prigionieri e le costruzioni più diffuse erano le torri di osservazione per spiare l’altra parte del fiume.
Ciò che avvenne alle ore 13 e 42 di lunedì 19 Agosto segnò per sempre il viaggio di Terzani: arriva la notizia da Mosca che Gorbacev, per ragioni di salute, non poteva più svolgere le sue funzioni di presidente. Il governo, passa adesso nelle mani del Comitato Esecutivo guidato dai dirigenti golpisti che dichiarano lo stato di emergenza per sei mesi, la legge marziale in alcune regioni del paese e la censura della stampa. Il golpe fu la risposta totalitaria di un sistema repressivo alla sempre maggiore domanda di democraticità. Mentre a Mosca cambiava la storia, nella valle dell’Amur tutto rimaneva immutato, come se nulla fosse accaduto. Intanto Gorbacev da le dimissioni da segretario generale dal PCSU, scioglie il Comitato Centrale nazionalizzando la proprietà del partito e proibendo ogni sua attività. Il Partito Comunista veniva eliminato e con esso tramontava anche il comunismo. Ciò che lasciava la fine del comunismo era l’anarchia, con i soldati che spadroneggiavano nelle città e lo sviluppo della prostituzione; si diffondono così le iniziative di gruppi locali spregiudicati che garantiscono alla popolazione beni e servizi altrimenti inaccessibili, accumulando cosi grandi fortune in denaro. I vecchi segretari del partito, invece, rimangono disoccupati, così come gli ex ufficiali dell’Armata Rossa, gli ingegneri e i funzionari; i privilegi, che avevano durante il regime comunista, non contano più nulla e anzi, vengono addirittura ridicolizzati. Il viaggio di Terzani sull’Amur si interrompe a causa della sua decisione di andare a Mosca per vedere cosa stesse succedendo, soprattutto dopo il Colpo di Stato; il suo viaggio continua cosi attraverso le Repubbliche sovietiche che tentavano di ottenere l’indipendenza. In Kazakhstan come altrove la gente aveva una specie di rigetto per il mondo politico, visto come un qualcosa di negativo, di antiquato, di corrotto mentre tutto ciò che non fosse politica, era considerato buono e moderno.
Purtroppo la situazione in cui si trova il paese adesso è tragica: manca la benzina, il burro, lo zucchero e persino il riso. Il viaggio di Terzani si conclude a Mosca, dove giunge il 2 ottobre del 1991. La grande bandiera simbolo dell’Unione Sovietica sventola ancora dal Cremlino e la Piazza Rossa è completamente deserta; il Mausoleo di Lenin è ancora intatto, così come la grande statua vicino al palazzo del KGB. Col tempo il Padre della Rivoluzione, nemico di ogni religione da lui considerata come l’oppio dei popoli, ironia della sorte, era divenuto un’icona, un dio. La Rivoluzione da lui proclamata era pulita, quasi santa, ma fu oscurata e sporcata di sangue dai suoi successori. Il comunismo degli orrori era stato abbattuto così come il Lenin in bronzo posto sulla Piazza, con il braccio alzato, che continuava ad indicare un Radioso Avvenire che oggi sembra irrealizzabile.
“Le rivoluzioni costano carissime, richiedono immensi sacrifici e perlopiù finiscono in spaventose delusioni.”
Un libro da assaporare, una storia da vivere, un reportage da ricordare e da cui imparare
Simonetta Viola

Tiziano Terzani
Buonanotte Signor Lenin” 
Milano, Longanesi, 1992.

Nessun commento:

Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.