Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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09 giugno 2017

Inno alla cultura sportiva




Roma 1881. La creazione della Rivista degli sports nazionali sdogana e rende di uso comune la parola “sport”.
Sempre a Roma, centotrentacinque anni dopo, la disciplina e la stampa sportiva sono celebrate con la pubblicazione del libro di Mario Arceri Giornalismo e Comunicazione dello Sport.
In quest’opera, l’autore, giornalista che ha assistito a sette Olimpiadi, cinque Mondiali, diciannove Europei e quasi tutte le finali delle Coppe Europee, traccia la storia dell’attività atletica, ponendo particolare attenzione al suo valore sociale e alla sua influenza sulla carta stampata.
Come i poeti classici, cantori delle gesta degli atleti di Olimpia e creatori di miti, il cronista sportivo d’oggi narra imprese sportive e dà vita a nuovi eroi.
Proprio nel mito del campione, figura da imitare per requisiti tecnici, atletici e (a volte) anche morali, Arceri individua uno degli ideali positivi che lo sport genera. Non solo. Il merito più grande da attribuire alla pratica sportiva è, senz’altro, la sua capacità di favorire la coesione sociale. Lo scrittore ne scorge un esempio pratico nelle cerimonie di apertura e di chiusura dei Giochi Olimpici, dove gli atleti di tutto il mondo si riuniscono in una sola folla, infrangendo barriere ideologiche, religiose, politiche.
Dalla specificazione dei valori dello sport come elementi positivi per la comunicazione, il giornalista passa poi alla narrazione della storia della stampa sportiva italiana e dei suoi tre quotidiani: La Gazzetta dello Sport, Il Corriere Dello Sport – Stadio e Tuttosport.
Testate che, con il loro lessico immediato, hanno influenzato il linguaggio comune.
Grazie al contributo di Mario Arceri, lo sport, spesso considerato un settore superficiale, acquista dignità e valore. La sua opera, un manuale da 386 pagine, diviene un inno alla cultura sportiva, intesa come approfondimento storico, sociale e geopolitico. Una conoscenza approfondita che merita di essere coltivata continuamente, specie per chi la storia dello sport desidera raccontarla, ponendosi come mediatore nei confronti del lettore.
“Il giornalismo non può prescindere dalla cultura - scrive Arceri, precisando che - non è solo la conoscenza e il rispetto della grammatica e della sintassi nei pezzi o negli interventi in voce, ma studio e approfondimento di quanto si è chiamati a raccontare”.
Il suo libro diventa così un inno alla cultura, non solo sportiva.
Passando dal particolare al generale, il giornalismo è profondamente indagato nella sua interezza.Con grande meticolosità viene analizzata la continua metamorfosi del giornalismo e del modo di fare informazione causata dalla multimedialità, in perenne sviluppo.
Con la scrittura scorrevole del cronista, Mario Arceri ci guida nell’esplorazione del suo libro, come in un viaggio, le cui tappe sono: giornalismo, sport, comunicazione, media e marketing.
L’appendice ci offre degli esempi pratici di scrittura e di impaginazione e specifica le funzioni dell’ufficio stampa. L’ultima “fermata”, di impronta giuridica, propone il Testo Unico dei Doveri del Giornalista, il Codice Media e Sport e il Decalogo del Giornalismo Sportivo.
Terminato questo viaggio percorso su pagine, il lettore si sentirà arricchito e desideroso di proseguire l’acculturamento personale. Una volontà fondamentale e necessaria per diventare giornalisti competenti e appassionati.

Chiara Gianni

 

 
Mario Arceri
Giornalismo e Comunicazione dello Sport
UniversItalia, Roma 2016, 386 pp.
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