Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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06 gennaio 2018

Rewire: positivo, con un “ma”…


Adattarsi a un mondo in continua trasformazione, tanto più se nell’era della tecnologia, non è un compito semplice. Le trasformazioni sono repentine e radicali, al punto tale che chiunque si trovi a dover lavorare - ma anche solo vivere - in un simile tumulto, spesso non fa in tempo ad adeguarsi che è già tempo di cambiare. Quello che sembra ormai ovvio è che ci troviamo oggi nell’era della globalità, in cui le idee, i processi, le tendenze e anche le problematiche non si trovano circoscritte in un’area definita, ma divengono comuni a realtà geografiche anche molto distanti tra loro.
Di fronte a questo panorama in divenire, Ethan Zuckerman, studioso americano delle nuove forme di comunicazione e di cultura digitale, propone alcuni ragionamenti e considerazioni utili a chi stia cercando di orientarsi nell’oggi; lo fa attraverso Rewire: cosmopoliti digitali nell’era della globalità, edito in Italia da Egea e uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel giugno 2013, pubblicato dalla W. W. Norton & Company.
Questa recensione fa riferimento alla versione epub: E. Zuckerman, Rewire: cosmopoliti digitali nell’era della globalità, Egea editore 2014.
Cosmopoliti…
Il cosmopolitismo sembra essere un argomento che sta molto a cuore all’autore, non solo perché ha così intitolato la sua opera: basandosi sulla definizione proposta dal filosofo Kwame Antony Appiah, l’uomo e la donna cosmopoliti dimostrano un «genuino interesse per le concezioni e le pratiche altrui, impegnandosi a comprendere, se non anche ad accettare o ad adottare, modi di vivere differenti» dal proprio; il cosmopolita, inoltre, «abbraccia seriamente l’idea di avere degli obblighi nei confronti degli altri». In quest’ottica, il divenire un cosmopolita deve essere, secondo Zuckerman, l’obiettivo di chiunque voglia fare comunicazione. Altro consiglio centrale nell’analisi dell’autore riguarda la possibilità di essere xenofili e figure ponte: i primi sono «individui attirati dall’insolito, che traggono ispirazione ed energia creativa nell’ampia diversità del pianeta», mentre i secondi «si muovono a cavallo tra due ambiti culturali; ne fanno parte, ad esempio, quei blogger impegnati a tradurre e contestualizzare i contenuti da una cultura all’altra». Tutti questi elementi sono fondamentali, secondo quanto asserisce Zuckerman, nel mondo globalizzato in cui viviamo: le differenze identitarie - di genere, di etnia, religione, lingua - portano allo sviluppo di differenze cognitive, che sono, a loro volta, il valore aggiunto per eccellenza dell’era della globalità.
 … digitali.
L’elemento digitale è proprio quello entro cui si muove Zuckerman: non solo si trova alla base della semplicità con cui avvengono oggi le comunicazioni e, quindi, dei rapporti contemporanei, ma è anche - e soprattutto - il futuro di imprese, persone e mezzi di informazione.
L’inflazione dell’esempio
Tutti questi elementi sono presentati attraverso l’utilizzo smodato di esempi: sebbene gli stessi rappresentino uno strumento utile per illustrare ragionamenti complessi, specialmente a chi si stia approcciando per la prima volta a simili argomenti, la loro massiccia presenza all’interno di questo volume risulta eccessivamente pesante anche per il lettore più attento. Volendo azzardare una stima, una buona metà dell’intero volume è persa in esempi: esempi sulla diffusione di nozioni e notizie, esempi tratti dall’Antica Grecia sull’approccio cosmopolita, esempi di come lo sviluppo delle connessioni possa costituire anche, a volte, un pericolo; anche gli aneddoti occupano un ruolo importante in Rewire: sulla nascita dei forum, sulle discussioni che hanno portato alla fondazione di Global Voices, sull’esportazione dell’acqua Evian. Una scelta stilistica che ha stravolto il proposito dell’esistenza stessa dell’esempio, appesantendo la lettura e rendendola eccessivamente lenta e difficoltosa.
Il vademecum della globalità digitalizzata
Nota decisamente positiva riguardo l’utilità delle teorie racchiuse nel piccolo volume. Concetti rilevanti come quello di homophily o di serendipità emergono chiari e evidenti, creando un filo conduttore che accompagna il lettore lungo tutto il suo percorso: il processo di notiziabilità internazionale, la gestione dei social network da parte di algoritmi sempre più aggiornati e “invadenti”, il ruolo fondamentale delle traduzioni in un mondo sempre più Eng sub ma con una forte componente idiomatica.
La lettura di Rewire somiglia a una palestra di comunicazione e di vita, che fornisce tutti gli elementi necessari per comprendere, almeno basilarmente, le dinamiche che muovono l’era della globalità e come fare a inserirvisi come professionisti della comunicazione e non solo.
Global Voices
Un intero capitolo del volume è, poi, dedicato a Global Voices, una rete internazionale di bloggers fondata da Zuckerman stesso e da Rebecca MacKinnon, con lo scopo di abbattere le barriere comunicative tra i Paesi “forti” e quelli più “deboli”: partendo dalla constatazione che, sul piano della discussione internazionale, maggiore spazio viene concesso a voci provenienti da contesti elitari e occidentali, Global Voices sfrutta i contributi generati dagli utenti di internet per «offrire a chiunque voglia esprimersi i mezzi per farlo, come anche di offrire gli strumenti adatti a chiunque voglia prestare ascolto a queste voci».
I volontari che collaborano a questo interessante progetto, ricercano e traducono, ogni giorno, i pezzi più interessanti pubblicati sui blog del loro Paese, in modo da renderli disponibili al resto del mondo. Quanti di noi sono adegutamente informati sulle questioni provenienti dalla Nigeria? Dall’Angola, dallo Sri Lanka, dalla Lettonia o dal Paraguai? Quello che fa il progetto Global Voices (all’indirizzo internet https://it.globalvoices.org/ per la versione italiana) è strappare il pesante velo delle barriere linguistiche e mediatiche, per aiutare chi sia interessato a mantenersi aggiornato, andando a pescare le produzioni originali delle voci meno ascoltate online e servendole su un piatto d’argento al pubblico internazionale.
Must-have
Un lavoro certamente accurato, impegnato e impegnativo quello di Ethan Zuckerman, che ha messo a disposizione del pubblico le competenze acquisite in anni di esperienza sul campo e di studi approfonditi. Potessi suggerire una nuova edizione, proporrei all’autore le mie considerazioni sull’impiego dell’esempio come strumento esplicativo; tuttavia ho trovato l’opera interessante e sostanzialmente utile: non è necessario avere interessi professionali negli elementi trattati; l’importanza fondamentale dei concetti “cosmopolita”, “digitale” e “era della globalità” - abilmente condensati nel titolo - rende Rewire: cosmopoliti digitali nell’era della globalità un testo must-have per ogni appassionato del mondo, della contemporaneità e dell’umanità.
Veronica Rosazza Prin

Ethan Zuckerman
Rewire: cosmopoliti digitali nell’era della globalità
Egea, Milano, 2014
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